Da venerdì 23 febbraio a domenica 25 febbraio 2024 si è tenuto, a Pachino e a Scicli, il secondo week-end dal titolo “Cuori ardenti”. Riportiamo il racconto dell’esperienza.
Siamo partite sapendo un po’ cosa aspettarci da questo week-end “Cuori ardenti”. Sì, perché se per il primo appuntamento – a ottobre – tutto era nuovo, questa volta siamo arrivate conoscendo tanti volti, tanti nomi, conoscendo la bellezza delle comunità che ci aspettavano. Come spesso accade, però, la realtà supera le attese e la gratitudine ingrandisce i doni. E noi ci ritroviamo, al termine di questa esperienza, con il cuore un po’ più ardente di quando siamo partite. Al Signore piace fare così: ogni volta che pensiamo di dare, ci ritroviamo tra le mani una misura buona, pigiata, colma e traboccante (Lc 6,38).
Il programma è stato davvero intenso: venerdì pomeriggio abbiamo incontrato i ragazzi del catechismo a Pachino, poi ci siamo trasferite a Scicli. Lì, abbiamo incontrato il gruppo delle coppie e i catechisti, poi – il sabato – i ragazzi e gli adolescenti. Domenica pomeriggio abbiamo vissuto un intenso momento di Adorazione Eucaristica con tutta la comunità, per poi concludere con la Celebrazione Eucaristica.
Nel mese della festa di san Francesco Spinelli, abbiamo dedicato tanto spazio alla sua storia. Con i ragazzi, abbiamo scoperto alcuni tratti della sua vita. Con gli adulti, abbiamo pregato con le sue parole. La cosa più bella, però, è stata riconoscere che il carisma che san Francesco Spinelli ha lasciato alla Chiesa è ancora vivo, e non solo nella vita delle due piccole comunità di Adoratrici che abitano a Pachino e a Scicli. È vivo nelle vite delle tante persone che abbiamo incontrato, nel loro amore per l’Eucarestia, nella loro fede che sa riconoscere nel povero – vicino o lontano – l’Ottavo Sacramento. Forse è colpa di tutte le suore che sono passate di lì, o dei sacerdoti che si sono affezionati a san Francesco Spinelli e lo hanno fatto conoscere. Forse, semplicemente, il suo carisma è così semplicemente evangelico che ovunque si vive il Vangelo si finisce con il riconoscerlo. Sicuramente, se ci siamo sentite così a casa è perché la Chiesa è per noi casa, e ci fa diventare familiari di tutti quelli che la abitano. Un dono grandissimo, che ci fa attendere il prossimo appuntamento – a maggio – con tanta gioia e un po’ di nostalgia.
Sr Silvia C. e sr Silvia B.