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Giugno, mese sacerdotale

In questo mese di giugno, dedicato alla preghiera particolare per i sacerdoti, chiediamo a san Francesco Spinelli che cosa ha da suggerirci…

Aveva un debole. Sì, San Francesco Spinelli, sacerdote dal cuore grande, capace di amare tutti e di accogliere chiunque avesse bisogno della sua carità, aveva un debole. Ed erano i sacerdoti. La Casa Madre a Rivolta era sempre aperta per loro, sia per preti della parrocchia, sia per quelli dei paesi vicini.
Ne parla la testimonianza di suor Maddalena Pasta: “Con i sacerdoti ebbe sempre ottimi rapporti, essi frequentavano la casa come fosse paterna ed egli li trattava come fossero suoi figli”. E lo ricorda con affetto don Scudeletti, parroco di Rivolta: “Per me e per gli altri sacerdoti della parrocchia, la casa del Servo di Dio era il luogo di santo convegno. Ci faceva giocare, pur perdendo sempre, e intendeva averci intorno per informarci a buona educazione sacerdotale e neutralizzare qualche esempio poco edificante. Così faceva anche coi chierici durante le vacanze”. Suor Maddalena ricorda che “amava particolarmente dì invitare a sé i sacerdoti giovani e i seminaristi nelle vacanze per conversare con loro di cose spirituali e dottrinali, mostrandosi molto preoccupato della loro formazione spirituale e culturale e anche alle sue suore ripeteva spesso che una delle carità più fiorite è quella di aiutare i giovani avviati al Sacerdozio. Parecchi sacerdoti furono da lui aiutati anche con sovvenzioni pecuniarie nella loro carriera di chierici”. Pagava per loro il costo del seminario perché potessero giungere alla meta del sacerdozio.
Fu per amicizia a tanti sacerdoti che aprì altrettante case religiose sparpagliate per la Lombardia; fu per la mamma di un sacerdote che la sua carità inventò Casa Famiglia Spinelli; fu per tanti preti con cui teneva la corrispondenza che scrisse circa 1200 lettere a loro indirizzate; fu per i sacerdoti più in difficoltà che più volte aprì la casa di Lenno perché lì potessero ritrovare pace e cura amorevole da parte delle suore.
Li cercava tutti, quelli santi e quelli peccatori, quelli giovani e quelli anziani. Suor Maddalena ricorda che proprio quelli che conducevano una vita morale disordinata erano oggetto particolare di attenzione: “Era la prerogativa del Servo di Dio attirare i peccatori alla conversione specialmente se sacerdoti”. E i preti anziani? “Era sua intenzione di istituire un ricovero per queste religiose ed anche, per i sacerdoti, ma la morte glielo impedì”.
Insomma, un vero padre per tanti!
Perché, ormai lo sappiamo bene, e ce lo ricorda il suo grande amico don Alessandro Battaglia: “Amava di predilezione speciale, e circondava di sue attenzioni, i Confratelli di ministero. Chiunque questi si fossero, erano Sacerdoti, e bastava a lui perché fossero tutti suoi buoni amici”.
Oggi come allora.

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