Canonizzazione

San Francesco Spinelli: missionario e profugo a Rivolta d’Adda

mostra in comune

Dal 18 fino al 31 Ottobre 2018, presso l’atrio comunale di Rivolta d’Adda, negli orari d’ufficio, è possibile visitare la mostra “San Francesco Spinelli e Rivolta d’Adda“, inaugurata ieri sera alla presenza delle autorità locali. La mostra ha come scopo quello di illustrare i rapporti tra San Francesco Spinelli e Rivolta d’Adda, paese che l’ha accolto e dove ha svolto il suo ministero sacerdotale continuando l’azione delle Suore Adoratrici e fondando quella che noi oggi conosciamo come “Casa Famiglia”.

mostra in comune

Sono stati realizzati nove pannelli più uno sul quale sono stati sintetizzati i momenti più salienti della sua vita. Il materiale utilizzato, documenti e immagini, è stato rinvenuto nell’archivio di Casa Madre delle Suore Adoratrici, nell’archivio comunale e reperito grazie alla collaborazione di alcuni fotografi come Severino Degradi, Salvatore Andreola e Paolo Beccaro. Con Cesare, suor Paola e suor Ivana il tutto è stato ordinato seguendo un preciso itinerario. Su ogni pannello si trovano informazioni di carattere storico, immagini e documenti che testimoniano la presenza di Padre Francesco in paese e illustrano quale sia stata la sua azione a Rivolta d’Adda.

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Interessante la sottolineatura di suor Paola nella parte introduttiva della sua presentazione: “La venuta del padre a Rivolta ha due inizi:

  • il 1885, inizio della comunità, chiamato dal parroco, in particolare per i giovani. È un inizio che si fonda su una conoscenza, una frequentazione, un’amicizia fra due sacerdoti. Fondamento della presenza delle Adoratrici a Rivolta è quindi l’amicizia e la fraternità sacerdotale

   Dal Parroco di Rivolta Mons. Verdelli ebbe parole che Gli aprivano il cuore a speranze. (PSV I,2 [691])

  • il 1889, quando il padre lascia Bergamo, per cercare una casa, un asilo per le sue suore. E allora fondamento della sua presenza qui è la prova, cementata dalle lacrime del dolore più profondo, quelle di cui lui stesso parla nel suo diario: “La sera del 25 gennaio venni fatto levare dal letto ove giacevo per disturbo cardiaco e strappato all’amore in G.C. delle mie figlie; mi si condusse nel Ricovero S. Antonino ove quei pochi ma buoni sacerdoti mi accolsero con squisita carità. Il mio caro don Cesare Bonacina mi volle fare compagnia tutta la notte che coll’aiuto del Signore, passai discretamente tranquilla. Piansi come un fanciullo tutto il giorno, sento la campana del vicino mio Istituto, accompagno le mie figlie alla preghiera, alle opere diverse di pietosa carità. Le vedo tutte: oh Dio! Che schianto al povero mio cuore”.

Il padre Spinelli arriva due volte a Rivolta: la prima come missionario, la seconda come profugo; arriva una prima volta per accogliere, una seconda volta per essere accolto; arriva la prima volta da fondatore, pieno di speranza, di vitalità, di desiderio di mettere la sua vita al servizio di questa comunità; arriva per portare un messaggio di cura, di vita, di amore da parte di Dio per questo pezzo di Chiesa; la seconda arriva volta pieno di amarezza, solo, carico esclusivamente di una certezza: che Dio non abbandona chi si fida di lui e fa la sua volontà. E in questa seconda venuta è Rivolta, nella persona delle sue suore, del suo parroco e poi della sua gente a essere per don Francesco il segno dell’amore fedele e paterno di Dio.

mostra in comune

Mentre tutto questo avveniva a Rivolta, che cosa succedeva nella Chiesa? In che alveo si inseriva il pensiero e l’azione di don Francesco? Ci ha aiutato in questo sguardo mons. Dennis, parroco di Rivolta, mentre il Sig. Cesare Sottocorno ci ha permesso di entrare nel vivo della società rivoltana dell’epoca attraverso una serie di slide ben documentate.

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Suor paola ha concluso la serata affermando che “non si può pensare a padre Francesco e alla vicenda sua e del suo istituto senza pensare a Rivolta, luogo della resurrezione, del ricominciare, quel lago di Genesaret in cui dopo la morte di Cristo i suoi hanno di nuovo gettato le reti. E non potevano più tirarle su perché le reti si rompevano. E non si può pensare a Rivolta senza pensare a padre Spinelli e alle Adoratrici, che ne hanno segnato il volto e la storia, ne hanno intriso i decenni di grazia e di cura, ne hanno annaffiato la vita con ore e ore di silenziosa adorazione, di offerta fedele, di servizio indefesso.

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