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Modena, Adoratrici nella scuola oggi

L’emergenza sanitaria ha portato alla chiusura delle scuole o meglio alla sospensione delle lezioni a partire dal 24 febbraio. Come è stata “vissuta” questa novità? Questa mancanza?

Quando vengono meno aria e luce, cibo e acqua, se ne apprezza il valore. Quando è venuta meno la scuola “in presenza” ci siamo accorti del suo valore.

Sì, essa manca a tutti noi:

  • alle famiglie che si sono trovate improvvisamente a gestire lezioni e compiti a casa;
  • alle insegnanti che hanno dovuto re-inventare una nuova modalità di insegnamento attraverso le tecnologie informatiche;
  • a noi suore che abbiamo dovuto studiare una nuova organizzazione di rapporti con Docenti e Famiglie, facendoci attente a seguire le indicazioni ministeriali nella loro evoluzione quasi quotidiana, ma soprattutto a mantenere l’identità della scuola come “luogo educativo” per tutti, con una particolare attenzione agli alunni che hanno difficoltà di apprendimento o sono privi dei mezzi tecnologici;
  • ai Bambini che si sono trovati chiusi in casa, ad “inventarsi” anche loro un nuovo modo di essere studenti, davanti a uno schermo – non con videogiochi – ma per il diritto/dovere di “andare” a scuola.

Secondo voi che cosa manca maggiormente ai bambini?
I bambini si sono trovati all’improvviso privi del contatto umano con gli amici, con i compagni di banco, con gli insegnanti, ma anche con l’ambiente complessivo della scuola, senza quell’autonomia “provata” nel lavoro scolastico che consolida la fiducia e la stima di sé in questo stadio di vita, poiché giustamente ora non sono lasciati soli davanti a un computer, ma sempre sotto la vigilanza di un familiare. Inoltre lo sguardo e la relazione con l’insegnante, pur cercati e resi possibili dalle virtual classroom, soffrono certamente la carenza del calore affettivo che c’è in classe.

Anche ai più piccoli della Scuola dell’Infanzia, che pure stanno a casa volentieri con i genitori, manca lo spazio per il gioco, attraverso il quale avviene l’apprendimento. Sentono la nostalgia degli amici e delle Insegnanti che, tuttavia, con sr. Roberta, li hanno raggiunti con proposte di attività didattiche a distanza (canzoncine, racconti, giochi…).

Che fare? Che cosa avete fatto davanti a una improvvisa “rivoluzione copernicana scolastica”?
La definiremmo proprio “copernicana” poiché la consolidata esperienza del mondo scuola è stata scardinata nella sua “routine” ma reinventata nella modalità. Si è modificato, ma intensificato il rapporto Genitori-Scuola; si è aperto un dialogo per ascoltare desideri, aspettative, difficoltà delle famiglie, cercando di rispondere passo passo, tenendo conto che il cambiamento è stato vertiginoso sia per la continuità del programma scolastico, sia per la valutazione del lavoro svolto a distanza. A questo proposito si è attivato subito un corso formativo on-line per le insegnanti sulla “valutazione a distanza”.

Ci sono state particolari difficoltà?
Ovviamente non sono mancate le lamentele… superate però attraverso dialogo e la ricerca reciproca del Bene e della comprensione e grazie agli interventi di qualche Genitore che ha saputo fare da ponte.

Qualche particolare iniziativa?
Tra le altre iniziative, oltre ad aver deliberato le rettifiche delle rette consapevoli del momento di difficoltà anche economica delle famiglie, come comunità di Adoratrici abbiamo scritto una lettera aperta alle Famiglie perché, anche a distanza, si consolidi l’alleanza educativa, essenziale per la crescita e l’umanizzazione del Bambino. Ne riportiamo un breve stralcio:

«Vi abbiamo scritto con questo spirito di ricerca del Bene reciproco e non degli interessi personali, consapevoli della distinzione e complementarità dei ruoli, che necessitano – come dice papa Francesco – di questa reciprocità vitale: “Le madri, i padri – i nonni – e la famiglia nel suo insieme, nel suo ruolo educativo primario, hanno bisogno di aiuto per comprendere l’importanza di questo stadio iniziale della vita, ed essere preparati ad agire di conseguenza. I docenti, in quanto «artigiani» delle future generazioni vanno sostenuti e incoraggiati nel loro impegnativo ruolo educativo”».

E ci è sembrato opportuno, in quella lettera, ricordare a tutti noi la nostra identità più vera…
“La nostra identità cristiana più vera è ben delineata in questa Parola: “Vi ho chiamato amici”! Ce l’ha detto e ce lo ripete oggi il Signore Gesù. E lo dice a tutti noi: a noi suore perché viviamo con spirito evangelico la nostra missione educativa, agli insegnanti che lavorano a distanza per la crescita degli alunni, a voi genitori che, in questi tempi di Covid, avete fatto delle vostre case una “piccola chiesa domestica”, dove esercitate il “sacerdozio comune” con la preghiera, l’ascolto della Parola, la benedizione dei figli ….

E l’amicizia è un sentimento così insito nel cuore umano da essere considerato anche da filosofi o antropologi di tutti i tempi. Fin dall’antichità, Aristotele afferma che l’amicizia perfetta è l’amicizia degli uomini buoni e simili per virtù che vogliono il bene l’uno dell’altro”.

E la nostra comunità di Suore Adoratrici? Le sorelle meno impegnate nella didattica a distanza stanno facendo “Mosè sul monte”, tengono le mani alzate davanti all’Eucaristia, per intercedere grazia e benedizione dal Signore sul mondo da Lui tanto amato.

Che cosa augurarci?
Vorremmo che questo anno scolastico così speciale, ancora in corso, ma che già volge verso il temine, ci faccia riscoprire arricchiti proprio in queste dimensioni di amicizia e fiducia reciproca in tutta la comunità scolastica, di ricerca del bene, di attenzione al più fragile, di collaborazione fattiva e concreta per la ricerca del meglio… in sostanza in quella dimensione di Dono che diventa ricchezza reciproca, sovrappiù di “lezione di vita” (anche dove fosse mancato qualche apprendimento di nozione).

La Comunità di Modena – Scuola dell’Infanzia e Primaria Paritaria Casa Famiglia

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