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Beato Francesco Spinelli

La vita del Beato Spinelli tra intuizioni divine e calvari umani
(4 Aprile 1853 - 6 Febbraio 1913)

Francesco Spinelli, di origine bergamasca, nasce a Milano il 14 Aprile 1853. A soli 22 anni è ordinato sacerdote dal Vescovo di Bergamo. Lo stesso anno, pellegrino a Roma, in S. Maria Maggiore contemplando il mistero dell’Incarnazione davanti alle reliquie della culla di Betlemme, è raggiunto da una luce interiore: dare vita a una comunità di giovani donne che consacrino la propria vita al Signore presente nell’Eucaristia, pregando giorno e notte per ricevere l’amore con cui servire i fratelli più poveri, «rifiutati» da tutti e bisognosi di cure e istruzione. «Mi sono inginocchiato, piansi, pregai, e sognai uno stuolo di vergini che avrebbero adorato Gesù in Sacramento». Per don Spinelli l’incarnazione storica di Gesù continua con l’incarnazione quotidiana nell’Eucaristia, quale presenza d’amore per tutti, da adorare e servire nei poveri.

Il 15 dicembre 1882, a Bergamo, il sogno diventa realtà: don Francesco inizia con le prime tre suore la nuova famiglia religiosa delle Suore Adoratrici del SS: Sacramento, attingendo dall’Eucaristia l’amore per servire i fratelli. La sua opera si dedica soprattutto alle ragazze povere che dalle valli bergamasche giungono in città e a loro offre casa, lavoro e una educazione.

Le opere di Dio, però, hanno sempre il sigillo della croce, della sofferenza. Il 4 marzo 1889, a causa un dissesto finanziario in cui involontariamente fu coinvolto, don Spinelli venne licenziato dalla diocesi di Bergamo e accolto nel clero di Cremona dal vescovo Geremia Bonomelli. È il Calvario più doloroso. Queste le parole pronunciate mentre usciva da casa: «Non porto con me un centesimo; sono fallito, ma non ho tradito, piuttosto altri hanno tradito la mia buona fede. Perdono di cuore. Pregate, state unite e l'Istituto continuerà».

Don Francesco si presenta nella casa filiale di Rivolta d’Adda: invita le suore a stare unite e chiede loro se sono disposte ad affrontare fatiche e disagi pur di dare continuità all’Istituto. Unanime è la risposta. Nel quotidiano si moltiplicano sacrifici e gioie: davanti all’Eucaristia il fondatore e le sue suore trovano unità, forza e conforto e pace. L’Istituto intanto cresce e case filiali si aprono in tutta la Lombardia e nel nord Italia. Le suore si dedicano ai più poveri, specialmente nelle parrocchie, accanto ai bambini, ai malati a domicilio e accogliendo disabili gravi, «quelli che nessuno vuole», specifica il Padre.

Don Francesco, pur con la salute compromessa da crescenti sofferenze fisiche, spende il resto della sua vita a servizio della sua famiglia religiosa e si spegne a Rivolta d’Adda, il 6 febbraio 1913.

Il Santo Padre Giovanni Paolo II lo beatifica il 21 giugno 1992 presso il santuario di Caravaggio.

La sua luminosa esperienza nello Spirito continua ancora oggi nelle sue suore, le Adoratrici, presenti in Italia, Congo, Senegal, Colombia, Camerun e Argentina per adorare senza sosta Gesù nell’Eucaristia e per mettersi a servizio dei fratelli più poveri.

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